Finalmente in pensione
Se sei un medico odontoiatra con oltre 30 anni di attività starai sicuramente pensando ad meritato riposo lontano dalle stanze dello studio. Nel nostro Paese nessun argomento è così complicato come le regole per andare in pensione. Oggi ci soffermiamo su “cosa in bolle in pentola” in materia pensionistica e speriamo che il titolo del nostro contributo Finalmente in Pensione sia di buon auspicio.
In attesa delle riforme che verranno proposte dal nuovo Governo, abbiamo ascoltato con molta attenzione cosa si è dibattuto al 56esimo Congresso del Notariato tenutosi a Roma ad inizio mese. Gli interventi in materia pensionistica sono stati il mainframe del congresso con relatori del calibro dell’ex Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, il neo Segretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Claudio Durigon, nonché il Direttore Generale dell’INPS, Vincenzo Caridi.
Abbiamo assistito ad una prima prova di quanto siamo lontani da una visione univoca della giusta età pensionistica.
Per Elsa Fornero il criterio anagrafico di uscita è subordinato a tre parametri: demografia, crescita economica e una formula di calcolo che non può discendere dalla politica ma da un concetto di equità. Durigon ha ribattuto sottolineando che gli elettori «votano un programma vasto e completo, in cui figurano anche le pensioni» e che «il compito nostro è di realizzare quel programma… convinti che dopo 41 anni è giusto avere il diritto di andare in pensione, anche perché un’azienda investe più volentieri su un giovane piuttosto che su un 62enne». Precisa anche che la riforma «separerà l’assistenza dalla previdenza, cosa che si doveva fare da anni».
L’argomento è molto sentito anche dei professionisti con casse private. Come ricordato da Alberto Olivetti sono interessati alla questione circa un milione e mezzo di professionisti. Ad oggi Enpam permette una pensione anticipata prima di quella di vecchiaia (quest’ultima matura con il requisito di età anagrafica di 68 anni) se si raggiunge il requisito minimo di età di 62 anni e si hanno 30 anni di anzianità dalla laurea e 35 di contribuzione.
La scelta di quale opzione usufruire è molto delicata anche in considerazione del fatto che l’importo della pensione è calcolata prevalentemente un base contributiva.
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