Dentista e buoni pasto per i dipendenti
Sei un dentista con dei lavoratori dipendenti? Sai che la normativa fiscale italiana ti permette di ottenere importanti benefici fiscali concedendo buoni pasti ai tuoi dipendenti? Con Dentista e buoni pasto per dipendenti puoi capire come fare.
Indice
Cosa sono i buoni pasto per i dipendenti
I buoni pasto o ticket restaurant sono dei documenti di legittimazione, anche in forma elettronica, che attribuiscono al titolare il diritto ad ottenere il servizio sostitutivo di mensa per un importo pari al valore facciale del buono.
In sostanza sono delle prestazioni sostitutive della mensa che l’imprenditore può concedere in uso ai propri dipendenti e possono essere utilizzati per la pausa pranzo e la spesa dei dipendenti.
Possono ricevere i buoni pasto tutti i lavoratori dipendenti che ricevono una busta paga e non importa se il contratto di lavoro è a tempo indeterminato, determinato, part-time od altro.
E’ uno strumento molto utile per il tuo studio ed è una soluzione per la pausa pranzo e la spesa dei tuoi dipendenti. I buoni pasto per dipendenti rappresentano un metodo di integrazione del reddito dei dipendenti, per loro esentasse per te che sei il titolare deducibili fiscalmente
Se vuoi leggere la norma fiscale che disciplina i buoni pasto ti rimandiamo alla lettera c) del comma 2 dell’articolo 51 D.P:R. 917/86
Un avvertimento importante. La norma non lo dice espressamente ma l’Agenzia delle Entrate ritiene che, ai fini del beneficio fiscale, l’attribuzione dei buoni pasto debba interessare la generalità dei dipendenti o intere categorie omogenee di essi.
Se vuoi legge la posizione dell’Agenzia delle Entrate ti invitiamo a leggere la circolare n. 326/1997.
Buoni pasto per dipendenti: come funzionano
L’utilizzo dei buoni pasto è molto semplice soprattutto da quando i buoni pasto sono divenuti elettronici e sono gestibili direttamente con app.
Per i dipendenti rappresenta un’integrazione del reddito esente da contributi fiscali, previdenziali e assistenziali anche se entro certi limiti. Per i buoni pasto elettronici l’importo è esente fino a € 8,00 giornalieri per singolo dipendente; tale importo scende a € 4,00 giornalieri per singolo dipendente per i buoni pasto cartacei. Questo significa che potrai offrire ai tuoi dipendenti buoni pasto giornalieri fino ad un importo massimo di € 8,00 senza nessuna trattenuta extra in busta paga. Una soluzione davvero molto utile: non credi?
Lo studio può attribuire ai dipendenti buoni pasto di valore superiore a quello fiscalmente esente; in tal caso sarà imponibile solo l’eccedenza rispetto a tale valore. Se ad esempio, lo studio eroga buoni pasti elettronici per un valore di € 9,00 tasse e contributi saranno dovuti solo su € 1,00 per buoni pasto.
Altra opportunità offerta dal DM 122/2017 è che l’utilizzo dei buoni pasto sono svincolati dall’orario lavorativo.
I buoni pasto possono essere spesi negli esercizi affiliati e generalmente tutti i market della grande distruzione permettono l’utilizzo. I buoni pasto possono essere usati dai tuoi dipendenti anche qualora l’orario di lavoro non prevede una pausa per il pasto. Ogni mese il dipendente riceve un numero di buoni pasto pari al numero di giornate lavorative effettuate ma non è necessario che vengano spesi ogni giorno. I buoni pasto possono essere spesi cumulativamente entro il limite di 8 buoni al giorno.
Si ricorda, che non sussiste nessun divieto di erogare buoni pasto per valori eccedenti il limite di esonero fiscale; tuttavia l’eccedenza è tassata come reddito da lavoro dipendente.
Si rimanda all’art 51 comma 2 e 3 del TUIR il quale precisa il limite massimo oltre il quale non è previsto l’esonero.
I buoni pasto possono essere utilizzati esclusivamente per l’intero valore facciale e solo dal titolare degli stessi.
Facciamo un esempio: un dipendente deve sostenere le spese per un pranzo il cui costo è pari a € 10,00. Con un buono pasto elettronico il dipendente dovrà semplicemente versare la differenza di € 2,00. |
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Buoni pasto e Smart Working
Il frequente ricorso al lavoro agile ha messo in dubbio la spettanza o meno del buono pasto nei giorni in cui il dipendente presta la sua attività lavorativa da casa. Infatti si potrebbe pensare ad un’effettiva incompatibilità tra lo smart working e la fruizione del beneficio; in realtà se il buono pasto è previsto dal contratto collettivo applicato o dal contratto individuale si può avere diritto a riceverlo anche quando si lavora in modalità smart working. In questo caso infatti ogni modifica contrattuale va concordata tra le parti e può essere necessario un accordo sindacale.
I vantaggi per l’utilizzo dei buoni pasto per il datore di lavoro
Lo studio dentistico che decide di acquistare i buoni pasto per i dipendenti innanzitutto offre un servizio che è totalmente deducibile.
Purtroppo l’IVA al 4% risulta interamente indetraibile per il famoso problema del pro-rata.
Questo cosa significa? Significa che i costi che tu dentista sosterrai per l’acquisto dei buoni pasto, potranno essere integralmente dedotti dal tuo reddito di lavoro autonomo per abbattere le tue imposte dirette.
Un esempio di risparmio per l’utilizzo dei buoni pasto
Vediamo i motivi per cui l’utilizzo dei buoni pasto è così vantaggioso.
Per il dipendente, come abbiamo detto, il buono pasto non rappresenta reddito imponibile né reddito soggetto a contribuzione. Un buono pasto di otto euro è un’entrata libera da vincoli e può essere convertita in spese per somministrazione di alimenti e bevande.
Per il datore di lavoro, retribuire il dipendente per un equivalente netto di otto euro, significherebbe un esborso complessivo pari a circa 15 euro.
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