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Direttore Sanitario e Regime Forfettario

Direttore Sanitario e Regime Forfettario

Nel mondo dell’odontoiatria vi è una figura che spesso da luogo a polemiche, si tratta del direttore sanitario. Nel nostro articolo “Direttore Sanitario e regime forfettario” andremo a chiarire tutte le questioni fiscali e previdenziali del direttore sanitario.

Indice

La figura del Direttore Sanitario

Intanto iniziamo con il definire da dove nasce questa figura e perché può essere importante parlarne nel mondo dell’odontoiatria. Il direttore sanitario è una figura professionale per la prima volta disciplinata con il Regolamento Generale Sanitario risalente al 1901. Già la legge dell’epoca imponeva la presenza obbligatoria di un medico nel caso di apertura o del mantenimento in esercizio di ambulatori e di case di cura. Occorre attendere il 1938 affinché ogni struttura sanitaria che sia ospedaliera e ambulatoriale sia dotata di un direttore sanitario.

Dobbiamo tuttavia sottolineare che la separazione del direttore sanitario con il Direttore Medico di Presidio ospedaliero è giunta soltanto con il Decreto Legislativo 502 del 1992 ed il DPR 484 del 1997. La legge n. 124 del 2017 ha previsto che nelle strutture odontoiatriche la direzione sanitaria debba essere svolta esclusivamente da odontoiatri e nel caso di strutture ambulatoriali che erogano prestazioni polispecialistiche, fra le quali quelle odontoiatriche, al direttore di area medica dovrà essere affiancato un medico odontoiatra.

Con terminologia non sanitaria, il direttore sanitario è un direttore tecnico, e, in quanto tale, è tenuto al rispetto della legislazione sanitaria senza ovviamente trascurare le direttive del codice deontologico medico. In generale il direttore sanitario supervisiona la struttura sanitaria ed è il garante ultimo della qualità delle prestazioni professionali. In sostanza ha funzioni di coordinamento e controllo del personale. Scendendo in dettaglio si possono attribuire al direttore sanitario i seguenti compiti:

  • verifica dei titoli del personale della struttura;
  • controllo sulle prestazioni mediche e odontoiatriche;
  • conservazione della documentazione sanitaria;
  • controllo igienico della struttura e degli ambienti di lavoro;
  • controllo della funzionalità dei dispositivi medici;
  • controllo sulla somministrazione di farmaci;
  • controllo sullo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi;
  • verifica delle procedure di lavoro;
  • verifica delle procedure dello strumentario e di sterilizzazione

Direttore Sanitario nella Stp?

Ciò che dovete sapere è la differenza, in merito alla necessità del direttore sanitario, tra società odontoiatrica e società Stp ovvero Società tra professionisti.

Se vuoi sapere cos’è una Stp ti consigliamo di leggere il nostro articolo
Capiamo cosa è una s.t.p.

Ebbene non tutti sanno che le Stp, essedo società caratterizzate dalla prevalenza di soci professionisti i quali devono essere iscritti ai rispetti albi, non necessitano di direttore sanitario.

Aspetti fiscali e previdenziali della professione di Direttore Sanitario

Andiamo ora a trattare gli aspetti fiscali e previdenziali della professione di Direttore Sanitario quale libero professionista con partita IVA.

Vuoi aprire la partita IVA e risparmiare su tasse e previdenza?

Nella guida di oggi, trattiamo proprio questo argomento.

Il regime forfettario rappresenta una grossa opportunità per tutte le partite Iva che possono applicarlo e sicuramente un professionista che può usufruire di tale vantaggio è il Direttore Sanitario.

Il regime forfettario è stato introdotto con la legge di bilancio 2015 in sostituzione del regime dei minimi e si fonda nel determinare forfettariamente il reddito imponibile del contribuente. Cosa significa forfettariamente? Significa che il fisco non ti chiede le spese della tua professione ma semplicemente i compensi professionali ai quali applica un coefficiente di redditività.

Nel caso di tutti i professionisti il coefficiente di redditività è pari al 78%.

Ma andiamo con ordine, innanzitutto occupiamoci di chiarire i limiti per poter usufruire del regime forfettario.

Il limite del fatturato dal primo gennaio 2023 è fissato in 85.000 € e l’aliquota dell’imposta varia dal 15% al 5% a seconda dei casi.

Altro limite è che, oltre una certa soglia non puoi avere redditi da lavoro dipendente. In particolare, se hai già un lavoro dipendente con il quale superi i 30.000 € di reddito non potrai applicare il regime forfettario. In questo caso dovrai necessariamente virare sul regime semplificato.

Fatta questa premessa possiamo entrare nel vivo della nostra trattazione sul “Direttore Sanitario e regime forfettario”.

Aprire la partita IVA da Direttore Sanitario

Vediamo innanzitutto quali sono le incombenze ed i costi per l’apertura della partita IVA e le spese a carico del Direttore Sanitario.

Come prima cosa sappi che l’apertura della partita IVA non è necessariamente contemporanea all’iscrizione all’albo professionale ma è assolutamente obbligatoria al momento in cui effettivamente inizi ad esercitare la professione.

L’apertura della posizione Iva è un’operazione semplice e mediante l’ausilio di un buon consulente fiscale puoi iniziare a svolgere la professione quasi nell’immediato.

Noi di Spaziodentista ti consigliamo un fiscalista specializzato in regime forfettario. In particolare da molti anni ci avvaliamo della collaborazione dei fiscalisti della piattaforma www.regimeforfettario.it.

In particolare i fiscalisti di www.regimeforfettario.it offrono il servizio Forfettario Silver https://www.regimeforfettario.it/tariffe/ che comprende tutti i servizi che un Direttore Sanitario può richiedere. In particolare il servizio Forfettario Silver comprende oltre all’apertura della partita IVA anche la gestione della posizione contributiva, remainder scadenze e la predisposizione della dichiarazione redditi completa.

Per maggiori approfondimenti richiedi loro una consulenza.

Non è un mistero che nel nostro Paese un buon fiscalista può essere di ausilio alle incombenze burocratiche. Se vuoi conoscere il costo del servizio che ti abbiamo consigliato ti rimandiamo a https://www.regimeforfettario.it/prodotto/contabilita-professionisti-regime-forfettario/

Il regime forfettario per il Direttore Sanitario

Vediamo dunque la questione più rilevante: quante tasse pagano i professionisti con partita IVA che esercitano l’attività di Direttore Sanitario.

Prima di dirti l’ammontare delle tasse, ti ricordiamo che i requisiti per accedere al regime forfettario per un Direttore Sanitario con partita IVA sono i seguenti:

Se rispetti tutte le condizioni sopra evidenziate puoi adottare il regime forfettario.

Il calcolo delle tasse è davvero semplice, devi trovare il reddito imponibile moltiplicando i compensi di un intero anno per il coefficiente di redditività. Il coefficiente di redditività per l’Direttore Sanitario è del 78%.
Il regime forfettario prevede un versamento di una imposta sostitutiva pari al 15% del reddito imponibile. Per i primi cinque anni di attività puoi beneficiare di una riduzione aggiuntiva, l’aliquota sarà soltanto del 5%.

Facciamo un esempio per darti una idea delle tasse da pagare nel corso di un anno.
Angelica, libera professionista iscritta all’albo con partita IVA fattura allo studio odontoiatrico compensi per 40.000€.
Il suo reddito imponibile è pari ad 31.200€.
Le imposte da pagare saranno pari al 15% di 31.200€ ossia 4.680€ che saranno ridotte a 1.560€ per i primi cinque anni di attività.

I contributi previdenziali del Direttore Sanitario

Come sai oltre alle incombenze fiscali vi sono anche adempimenti previdenziali.

Tutti i professionisti devono versare i contributi previdenziali per avere poi il diritto al trattamento pensionistico. Il Direttore Sanitario come tutti i medici deve essere iscritto ad ENPAM.

I medici iscritti ad ENPAM devono pagare un contributo di Quota A ed un contributo di Quota B.

Il contributo di Quota A deve essere pagato in unica soluzione oppure in 4 o 8 rate senza interessi e per l’anno 2023 sarà pari a:

  • € 140,47 all’anno per gli studenti;
  • € 280,93 all’anno fino a 30 annidi età;
  • € 545,28 all’anno dal compimento dei 30 fino ai 35 anni;
  • € 1.023,24 all’anno dal compimento dei 35 fino ai 40 anni;
  • € 1.889,75 all’anno dal compimento dei 40 anni fino all’età del pensionamento di Quota A;
  • € 1.023,24 all’anno per gli iscritti oltre i 40 anni ammessi a contribuzione ridotta(a questa categoria appartengono solo gli iscritti che hanno presentato la scelta prima del 31 dicembre 1989. Dal 1990 non esiste più la possibilità di chiedere la contribuzione ridotta).
  • Alle somme sopra esposte occorre aggiungere il contributo di maternità, adozione e aborto di € 69,70 all’anno.

Alle somme sopra esposte occorre aggiungere il contributo di maternità, adozione e aborto di € 69,70 all’anno.

Il reddito da libera professione è già coperto parzialmente dai contributi di Quota A, inoltre occorre che il medico versi la Quota B. Il medico Direttore Sanitario che svolge esclusivamente la libera professione ha un’aliquota intera Quota B pari al 19,50% sul reddito professionale fino a € 103.055,00.

Sul reddito eccedente ad € 103.055,00 verso ancora l’1%.

Facciamo un esempio per chiarire il costo previdenziale. 
Vediamo i contributi che dovrà versare Angelica, il Direttore Sanitario di 37 anni dell’esempio sopra esposto.
Se il reddito imponibile di Angelica è € 31.200 i contributi da versare saranno pari ad € 938,75 di Quota A e ad € 5.231,25 calcolato con la percentuale del 19,50% su € 26.826,97 ossia pari al reddito imponibile di Anna € 31.200 dedotti gli importi di reddito già “coperti” dalla Quota A pari ad € 4.373,03.

In conclusione, se sei un Direttore Sanitario libero professionista informati bene da un fiscalista di fiducia se puoi adottare il regime forfettario.

Se rispetti tutte le condizioni previste dalla legge puoi usufruire del regime forfettario, un regime fiscale davvero conveniente.

Dottor Simone Berti

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