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Esploriamo i principali Fringe Benefits

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La scorsa settimana abbiamo parlato di Fringe per dipendenti con figli a carico (👈 clicca qui per leggerlo). Oggi invece vogliamo andare ancora più a fondo: esploriamo i principali Fringe Benefits che le società possono concedere ai loro dipendenti.

Indice

  1. L'auto aziendale
  2. I buoni pasto
  3. I servizi di trasporto e gli abbonamenti
  4. I fabbricati concessi in locazione
  5. L'assicurazione sanitaria
  6. Piani pensionistici integrativi

I fringe benefits rappresentano una componente importante delle politiche retributive di molte aziende, offrendo vantaggi tangibili sia per i dipendenti che per i datori di lavoro. Questi benefici non solo migliorano la qualità della vita dei lavoratori, ma aiutano anche le aziende a creare un ambiente di lavoro più attraente e gratificante. Vediamo nel dettaglio alcuni dei principali fringe benefits disponibili.

L’auto aziendale

Uno dei fringe benefits più diffusi è l’auto aziendale concessa al dipendente per uso promiscuo, cioè sia per esigenze lavorative che personali. Questa categoria include:

  • autovetture destinate al trasporto di persone;
  • veicoli per trasporto promiscuo di merci e persone;
  • autocaravan per il trasporto e alloggio di massimo sette persone.

Secondo la normativa vigente, i costi relativi all’auto aziendale sono deducibili per lo Studio al 70%.        
Qualora il valore del fringe benefit sia superiore alla soglia di esenzione, l’auto aziendale dovrà essere tassata in base alla data di immatricolazione e di assegnazione al lavoratore. Le regole fiscali variano in base agli accordi presi e alla normativa vigente, che tiene conto, ad esempio, delle emissioni di CO2 del veicolo per determinare la percentuale di tassazione.

I buoni pasto

I buoni pasto sono un altro fringe benefit molto apprezzato. Questi buoni, che possono essere cartacei o elettronici, offrono ai dipendenti un mezzo per coprire le spese della pausa pranzo, fungendo da alternativa alla mensa aziendale.

Per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo dedicato Dentista e buoni pasto per i dipendenti (👈clicca qui per leggerlo)

I servizi di trasporto e gli abbonamenti

La possibilità di fornire abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale è un altro esempio di fringe benefit che può fare la differenza. Secondo l’art. 51 comma 2 lett. d, tali abbonamenti, inclusi quelli per i familiari a carico, sono esclusi dal reddito da lavoro dipendente, con un limite massimo di 250 euro. È escluso dal beneficio, il lavoratore al quale il datore di lavoro voglia rimborsare le spese di viaggio per raggiungere il posto di lavoro; in tal caso si tratta di una retribuzione a tutti gli effetti per cui da assoggettare ad IRPEF.

I fabbricati concessi in locazione

Un ulteriore vantaggio che le aziende possono offrire ai propri dipendenti è l’assegnazione di immobili in locazione, uso o comodato. Il valore del fringe benefit, in questo caso, è calcolato sulla differenza tra la rendita catastale dell’immobile, aumentata delle spese accessorie, e quanto pagato dal dipendente per il suo utilizzo. Se l’immobile è destinato alla dimora del dipendente, il beneficio può essere ulteriormente ridotto del 30%.

L’assicurazione sanitaria

Tra i benefit maggiormente apprezzati dai lavoratori spicca il welfare sanitario aziendale, con particolare attenzione all’assistenza sanitaria integrativa. Questa può comprendere una varietà di servizi, tra cui coperture sanitarie, piani di assicurazione medica, rimborsi per spese mediche, e altri servizi di assistenza sanitaria, che insieme contribuiscono significativamente al benessere dei dipendenti.

Un aspetto particolarmente vantaggioso di questi fringe benefit è che i contributi per l’assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente, fino a un importo massimo di 3.615,20 euro. Questo rende tali benefit fiscalmente efficienti, offrendo un doppio vantaggio: da un lato, il lavoratore non è soggetto a tassazione su questo importo, dall’altro, l’importo è interamente deducibile dal reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES.

Dal punto di vista previdenziale, sui contributi di assistenza sanitaria si applica esclusivamente il contributo di solidarietà del 10%, che resta a carico del datore di lavoro.

Piani pensionistici integrativi

Il piano pensionistico integrativo è una forma di previdenza complementare nonché di risparmio che si aggiunge alla pensione erogata dal sistema pubblico; godono di un regime fiscale vantaggioso dal momento che sono deducibili dal reddito IRPEF fino a 5.164,57 euro l’anno. Il tetto massimo si riferisce al singolo reddito imponibile quindi nel caso di versamenti per soggetti fiscalmente a carico, questa deduzione si cumula con quanto versato in proprio.

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