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Spese alberghiere e ristorazione per il dentista

Spese alberghiere e ristorazione per il dentista

Sei andato al ristorante ed hai ascoltato la conversazione tra il gestore ed il cliente al momento del pagamento. Il cliente ha richiesto la fattura ed ha subito iniziato a dare una serie di dati e codici al gestore. Il motivo è semplice: il cliente sta sostenendo un costo per la sua attività, che sia professionale che aziendale. Ma quando è possibile “scaricare” i costi dell’albergo o del ristorante? Trattiamo  dunque di un argomento molto pratico che può aiutare il dentista ad una ottima pianificazione fiscale: come gestire le spese alberghiere e ristorazione per il dentista. Prima di scoprire come poter portare costi in contabilità per abbattere le tasse precisiamo subito che ogni costo deve essere coerente con il principio di inerenza. Il principio di inerenza richiede che la spesa deve essere sostenuta con lo scopo di fornire un’utilità, diretta, indiretta o anche solo potenziale, all’attività di studio o d’impresa.

Indice

Cosa sono le spese alberghiere e per somministrazione di alimenti e bevande?

Quando la norma fiscale menziona le spese per somministrazioni di alimenti e bevande intende le spese che sono sostenute presso bar, ristoranti, agriturismi, rosticcerie, etc..

Le spese alberghiere invece sono quelle relative al pernottamento sia che siano sostenute pressi alberghi, motel, pensioni, case in affitto con Airbnb etc…

Le spese alberghiere e per somministrazione di alimenti e bevande, se inerenti, sono deducibili:

  • interamente se si tratta di trasferte dei dipendenti e collaboratori effettuate fuori dal territorio comunale con riferimento alla sede di lavoro;
  • interamente per mense aziendali (organizzate direttamente o gestite da terzi, anche tramite convenzioni con ristoranti);
  • interamente per ticket restaurant (sia per l’impresa che li acquista per i dipendenti, che per le imprese distributrici che li rimborsano agli esercizi convenzionati) o per un servizio sostitutivo reso tramite App Mobile per smartphone;
  • nella misura del 75% in tutti gli altri casi, salve alcune eccezioni  che di seguito precisiamo.

Uno dei casi più frequenti dove la deduzione è limitata al 75% è il sostenimento di spese di rappresentanza. Continua a leggere il nostro Le spese alberghiere e ristorazione per il dentista e scoprirai di cosa stiamo parlando.

Le spese alberghiere e per somministrazione di alimenti e bevande per il dentista

La norma fiscale non differisce molto per il dentista con partita iva individuale rispetto alla società. 

Nel nostro articolo spese alberghiere e ristorazione per il dentista ci concentriamo sul caso del dentista con studio individuale. 

Le spese alberghiere e per somministrazione di alimenti e bevande  hanno un trattamento fiscale a seconda del motivo per cui sono sostenute:

  • nell’esecuzione di un incarico conferito da un cliente;
  • a titolo di spese di rappresentanza;
  • per partecipare ad un convegno o un corso.

Nel caso in cui il dentista sostenga delle spese a seguito dell’esecuzione di un incarico conferito da un cliente, senza un addebito specifico allo stesso, la norma fiscale consente una deducibilità nella misura del 75%.

Nel caso in cui il dentista sostenga delle spese a seguito dell’esecuzione di un incarico, con addebito specifico allo stesso, la norma fiscale – articolo 54 Tuir – non prevede alcun limite alla deducibilità. Ciò significa che in questo caso non si applica né il limite del 75% né il limite del 2% dei compensi.

Vediamo il caso in cui le spese siano riguardante spese di rappresentanza.  Ma cosa sono queste spese?  Sono spese volta ad accrescere il prestigio e l’immagine dello studio, atte a potenziarne le possibilità di sviluppo. La norma fiscale distingue queste spese da quelle di pubblicità che invece sono finalizzate alla pubblicizzazione di prodotti, marchi e servizi e comunque alla attività svolta.

Anche nell’ipotesi delle spese di rappresentanza, si applica un doppio limite alla deducibilità. Oltre al limite del 75% delle spese in questo caso si deve applicare il limite massimo dell’1% dei compensi percepiti.

Facciamo un esempio.
Un dentista, nella sua qualità di direttore sanitario della società struttura odontoiatrica, con un dipendente  effettua una trasferta extra-comunale e invita a pranzo un cliente per presentargli l’intervento professionale che si prospetta. Per la società la spesa sarà deducibile al 75%.

Vediamo adesso la norma fiscale in merito alla partecipazione a corsi, convegni e per la formazione professionale. L’art. 54 comma 5 TUIR, ha previsto che le spese per la partecipazione a convegni, corsi di formazione, master o di aggiornamento professionale siano integralmente deducibili entro il limite massimo di 10.000 euro. Attenzione però che anche in questo caso le spese alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande soggiacciono al doppio limite del 75%.  Il 75% delle spese alberghiere e di somministrazione concorrono alla formazione del plafond di 10.000 euro.

Cosa dobbiamo fare per scaricare le spese alberghiere o di ristorazione?

Le spese alberghiere o di ristorazione devono essere documentate esclusivamente da fattura. Se dunque vuoi portare il costo in deduzione in quanto inerente all’attività professionale, devi al momento del pagamento possedere tutti i dati che necessitano al gestore per emettere la fattura:

  • denominazione dello studio;
  • domiciliazione dello studio;
  • codice fiscale e partita;
  • codice univoco oppure pec.

Come vedi il fisco permette, se inerenti, di portare in deduzione anche i costi per alberghi e ristorazione ma occorre conoscere bene le regole fiscali e la procedura da adottare.

Se desideri scaricare le spese alberghiere o di ristorazione e abbattere le tasse rivolgiti agli esperti di Spaziodentista. Il nostro servizio Full Assistance è specifico per l’assistenza fiscale, amministrativa, societaria per tutti gli adempimenti dello studio dentistico.

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